Parliamo di passerina
Simili affermazioni potrebbero lasciare intendere chissà cosa, se non fossimo sulle pagine di un blog che si occupa di uva e di vino.
Infatti senza ombra di dubbio siamo di fronte ad un’ uva a bacca bianca tipica dell’area centrale del nostro paese , c’è chi afferma che il suo luogo di origine sia la provincia di Frosinone, chi la zona tra Marche ed Abruzzo , e in queste regioni è conosciuta con vari sinonimi, quali:
uva passera, trebbiano teramano,cacciabediti, pagadebit, caccione,camplese, uva passa.
Sicuramente la possiamo inquadrare nella grande famiglia dei trebbiani, e la passerina fa parte di quelle uve bianche ad acino piccolo, spesso senza semi, che piacciono molto agli uccelli , quindi ai passeri e di conseguenza il suo nome passerina. Alcuni fanno riferimento al fatto che non avendo semi ricorda le “uve uzeline “ tipiche del lombardo veneto e di derivate dalla domesticazione di uve selvatiche come i lambruschi.
Ampelograficamente possiamo riconoscere la pianta da queste caratteristiche, foglia media, pentagonale e penta lobata,il grappolo è medio-grande, piramidale o conico, di media compattezza o quasi spargolo, a volte alato. L’acino ha colore giallo-oro con buccia spessa, pruinosa e consistente. Matura intorno alla fine di Settembre e garantisce una buona produttività e vigoria.
La caratteristica di questo vitigno è una buona capacità di accumulo di zuccheri non accompagnata però da una corrispondente diminuzione delle componenti acide in epoca di vendemmia. Si caratterizza quindi molto spesso per una forte acidità, e questo particolare la sta rendendo interessante per l’ottenimento di piacevoli spumanti.
Alcuni dei componenti polifenolici presenti in quest’uva sono di una certa rilevanza dal punto di vista salutistico, per le caratteristiche fortemente anti ossidanti.
Da queste uve che tipo di vino possiamo ottenere?Viste le buone caratteristiche è utilizzato sia per ottimi vini fermi, ma anche per passiti, vini cotti e come dicevamo per gli spumanti.
La coltivazione è diffusa nel Lazio del Sud, nelle Marche, in Abruzzo ed in Romagna con il nome di Pagadebit. E’ presente nelle seguenti denominazioni:
DOC
Abruzzo: – Abruzzo DOC Controguerra DOC Terre Tollesi o Tullum DOC
Marche:- Falerio DOC Terre di Offida DOC
DOCG Marche: – Offida DOCG
IGT
Abruzzo: Colli Aprutini IGT , Colline Frentane IGT , Colline Pescaresi IGT , Colline Teatine IGT, Terre di Chieti IGT , Histonium IGT
Lazio: Anagni IGT, Colli Cimini igt, Frusinate IGT – Lazio IGT
Marche: – Marche IGT
Il vino che ne deriva si presenta generalmente con un colore giallo paglierino con riflessi verdolini. I profumi tipici sono di frutta esotica, agrumi e miele oltre ad una componente erbacea e ad una leggerissima speziatura. In bocca spicca per acidità e, in genere, buona sapidità e per un finale amaricante. Nella versione Vin Santo invece presenta caratteristiche note di frutta secca, zabaione, spezie, creme caramel, vaniglia e una buona propensione all’invecchiamento, almeno nei prodotti di qualità.
Gli abbinamenti ideali nella versione secca variano dai primi piatti con pasta fatta in casa, , ai risotti ai crostacei, alle fritture di pesce, a zuppe di pesce. In versione Passito alla classica pasticceria secca. Come Vin Santo con dolci alla crema, formaggi erborinati e frutta secca. In versione Spumante con antipasti di pesce e salumi, ma è interessante anche come tutto pasto..
La riscoperta dell’uva e del vino è abbastanza recente, dato che negli anni sessanta molti coltivatori l’avevano espiantata in favore di varietà maggiormente produttive.
Nel Lazio da cui scrivo, la varietà ciociara sta rapidamente entrando nelle grazie dei consumatori grazie alla facile bevibilità al perfetto matrimonio con la cucina del territorio , abbinata ad un prezzo interessante con questo nome non può non avere successo.
Salute a tutti