C’è Prosecco e Prosecco

Da romano di tante generazioni devo ammettere che questa meravigliosa città è avanti su tantissimi aspetti, ma per quanto riguarda il mercato vinicolo la domanda non è così evoluta.

Andando al ristorante sarà molto facile al momento della scelta del vino, sentirci chiedere dal cameriere

“il vino bianco o rosso? “, e molto difficilmente ci verrà proposta una bollicina.

Risulta invece diffuso il vizio di utilizzare la terribile, alle mie orecchie, parola “Prosecchino”.

Questo termine non corrisponde a nulla, ma da troppi operatori della ristorazione si usa per descrivere tutti i vini con bollicine quindi dalla “romanella” allo Champagne!!!!

Ergo con il termine “prosecchino”, sminuente lemma originato per assonanza dal Prosecco, si compie un atto denigratorio nei confronti delle meravigliose bollicine venete, nonché la creazione di un enorme confusione nella testa dell’ignaro consumatore.

Da enofilo praticante devo assolutamente darvi qualche dritta per far si che i brindisi siano perfetti.

Innanzitutto spiego subito che il prezzo di una bollicina è sinonimo di qualità, al di sotto di alcune cifre è impossibile bere bene, almeno che la vostra idea di bollicina combaci con quella di un mio carissimo amico napoletano che afferma semplicemente “basta che fa o buott”.

Per far si che il vino assuma la giusta dose di anidride carbonica nel processo di rifermentazione non possiamo correre. 0,2 bar di pressione di CO2 devono essere assunte nelle 24 ore, se si accelera tale processo la qualità del vino ne risentirà.

Il “prosecco” non è più il termine che identifica l’uva come fino a qualche anno addietro. Oggi esprime una zona ben specifica di produzione che ha il cuore nel Veneto e che comprende un bel pezzo di Friuli. L’uva si chiama Glera.

Abbiamo tre consorzi di tutela:

Consorzio di Tutela del Prosecco DOCG di Conegliano e Valdobbiadene

Consorzio di Tutela del Prosecco DOCG  Dei Colli Asolani

Consorzio di Tutela del Prosecco DOC

Per spiegare la qualità dei vari prodotti osservate con attenzione l’immagine della Piramide di qualità.

Le denominazioni più piccole puntano alla grande qualità. Man mano che si allargano le maglie produttive troveremo dei vini sicuramente meno interessanti, anche se ancora appellabili con Prosecco.

Il prezzo rappresenta un parametro di scelta, al di sotto degli 8/9 euro è veramente difficile bere bene.

Il Prosecco appartiene ad una delle due grandi famiglie produttive, quella dello Charmat ovvero il vino rifermenta in grossi serbatoi e li acquista il suo piacevole perlage, più a lungo rimane a fermentare migliore sarà il prodotto, e costerà di più.

Per quanto riguarda il gusto e l’utilizzo abbiamo una suddivisione legata al residuo zuccherino che parte dal più secco extra brut, poi arriviamo al brut, extra dry, dry, demisec e sec in un crescendo di zucchero presente.

La base della piramide con vini prodotti in pianura con maggiori rese e uve meno profumate è quella del “Prosecco DOC” le bottiglie sono prodotte in 556 comuni delle provincie Friulane e in quelle venete di Treviso, Venezia, Vicenza, Belluno e Padova in grosse tirature ed il loro prezzo e quello più basso.

Abbiamo poi il “Prosecco Treviso DOC” prodotto in 95 comuni della provincia di Treviso, che ha un prezzo leggermente più alto.

Troviamo poi il Prosecco DOCG dei Colli Asolani, quindi prodotto in provincia di Treviso in 17 comuni attorno alla bellissima cittadina di Asolo.

Abbiamo poi il Prosecco Superiore DOCG di Conegliano e Valdobbiadene, prodotto in solo 16 comuni che si estendono sulle colline sopra il fiume Piave e prima delle Dolomiti lungo la strada del vino che si estende tra i comuni di Conegliano e Valdobbiadene.

La cima della piramide è rappresentata dal Superiore di Cartizze, una collina di 106 ettari dove si producono poche bottiglie di un altissimo livello e caratterizzate da un residuo zuccherino più elevato.

A questo punto il concetto di “c’è prosecco e prosecco” dovrebbe essere più chiaro. Ma soprattutto non fatevi ingannare e non fatevi affibbiare per “prosecco” un qualsiasi altro tipo di spumante, che però non ha nulla da spartire con quanto vi ho descritto.

Esistono infatti eccellenti spumanti, prodotti in altre zone d’Italia che hanno un loro gusto, una eccellente bevibilità e piacevolezza, ma che non sono Prosecco.

Penso agli eccellenti spumanti a base di Cacchione o Bellone del Lazio, a quelli campani a base di Falanghina o Fiano, a quelli abruzzesi a base di Pecorino o Cococciola.

Potrete trovare anche degli spumanti molto buoni prodotti sempre con l’uva Glera, ma che non si possono chiamare in etichetta Prosecco. Sono quelli prodotti da molte aziende venete o friulane con l’esubero della produzione dei vigneti DOC o DOCG. Per legge nei disciplinari di produzione si fissa un limite produttivo di uva per ettaro nei vigneti facenti parte delle denominazioni. Ma la Glera in quelle particolari condizioni climatiche tende a produrre molto più di quanto fissato, pertanto se io posseggo 10 ettari di vigna in area rientrante nella denominazione dovrò produrre 12 T/ha, ma se poi la vigna me ne da 15 io avrò un esubero di 3 T/ha.  Moltiplicato per 10 mi darà 30 T di uva in più con cui non potrò fare Prosecco con appellazione ma ne ricaverò una Cuvee Spumante senza appellazione ma con lo stesso gusto. Il prezzo sarà molto più basso rispetto ad un prosecco e non potrò venderlo come tale, pena una denuncia penale per frode in commercio. Ebbene spesso in molti locali questo tipo di bollicina viene utilizzato per spritz e calici veloci, finché non ve lo spacciano per Prosecco tutto bene, ma controllate il prezzo.

Cosa consigliare? Una cantina emergente nel cuore dell’area del Prosecco

A Farra di Soligo  Martina Curato e Cristian Piazzetta, supportati da Gilberto Forner e dall’enologo Enrico Rana, gestiscono con entusiasmo, passione e competenza la Cantina Progettidivini. Ogni nuovo vino è un’emozione, per chi lo degusta così come per chi lo crea. Il vino scorre nelle vene di questa famiglia da più generazioni avendo già la nonna di Martina vigne nell’asolano, da cui oggi ancora si vinificano buonissimi vini rossi.

Per impiantare la cantina è stata scelta l’antica Villa Brandolini D’Adda, un tempo di proprietà della nobile famiglia insediatasi nel territorio di Soligo all’inizio del Novecento.  L’azienda, specializzata nella produzione di vini di alta qualità, esalta gusti, aromi e profumi della tradizione vinicola delle colline di Soligo, nel cuore della Valdobbiadene Prosecco DOCG.

Tutte le uve vengono raccolte rigorosamente a mano, messe in cassetta e portate in cantina nel più breve tempo possibile, in modo da evitare di compromettere l’integrità del frutto.
Circa 10 ettari di terreno vengono lavorati per ottenere un’uva qualificata da fragranze fresche e floreali che, trasferite in bottiglia, restituiscono caratteristiche autoctone e naturali.

Oggi producono varie tipologie di Prosecco, dal Cartizze al Treviso DOC, passando per il Prosecco  DOCG Extra Dry  che ha vinto tantissimi premi nelle più importanti competizioni enologiche.

E’ nelle intenzioni di Martina e Cristian  far diventare Progettidivini una piccola maison che produca soprattutto prosecco di altissimo livello,  con prezzi estremamente accessibili.

Io continuo a perorare questa e tutte le cause in cui il produttore punti sempre al massimo livello di qualità produttiva, probabilmente servirà del tempo in più per far capire questa filosofia al consumatore, ma di sicuro chi arriverà a bere un prosecco di Progetti Divini non tornerà più indietro.

Ultimo consiglio, cercate di assaggiare sempre prima di comprare. Solo così sarete sicuri di bere una cosa che vi piacerà.

Salute

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