A proposito di vino……… Parliamo di acqua
Normalmente su questo blog parlo sempre di vino. Racconto storie di produttori che lottano, con le unghie e i denti, per ritagliarsi uno spazio di visibilità nell’affollato panorama del vino in Italia. Scrivo di vitigni semi scomparsi, riscoperti da qualcuno che crede nelle biodiversità e lotta affinché anche in campo enologico non si arrivi agli eccessi della globalizzazione. Cerco di portare alla vostra attenzione i sacrifici dei produttori di vini bio, insomma provo a fare luce sui molti aspetti che caratterizzano il meraviglioso mondo del vino.
Questa volta voglio invece parlare di acqua, di quella pubblica e del referendum che si terrà il 12 ed il 13 giugno prossim.
Voglio citare il comunicato del comitato referendario, che potete visitare al sito www.referendumacqua.it
Lo scorso 26 marzo, da Piazza San Giovanni, 300.000 persone hanno lanciato ufficialmente l’ultima fase della campagna referendaria, quella che ci porterà fino al voto ai referendum del 12 e 13 Giugno.In quelle date il governo ha indetto le votazioni sperando nell’astensione. Lo ha fatto fissando la consultazione nell’ultima data utile secondo quanto predispone la legge e sprecando circa 400 milioni euro per non aver proceduto all’accorpamento con le amministrative.
Riteniamo che questa scelta sia dettata dalla paura che hanno tutte le forze che vogliono l’acqua privata.
Siamo sicuri, però, che nonostante questo i cittadini e le cittadine andranno a votare e sceglieranno che l’acqua e la sua gestione debbano tornare pubbliche e rimanere fuori dal mercato. La risposta delle urne rappresenterà la partecipazione e gli interessi della collettività contro chi vuole fare profitti sui nostri diritti. Perché si scrive acqua ma si legge democrazia!
Condivido pienamente questa tesi, soprattutto perché nel corso della mia vita ho maturato la convinzione che i servizi di pubblica utilità devono essere gestiti dal pubblico e non dal privato. Non dimentichiamo che le guerre attuali si stanno combattendo per il petrolio , ma il rischio grosso è che quelle future si possano combattere per l’acqua. Vorrei tornare a quelle belle campagne educative che inducevano le amministrazioni pubbliche a dire che “l’acqua è vita risparmiamola”, ma a nessuno veniva in mente di dire privatizziamola e rendiamola un puro bene da commerciare.
Basta leggere con attenzione i giornali per capire come i grossi gruppi internazionali hanno iniziato una lenta e subdola acquisizione delle quote di molte aziende di gestione delle fonti e degli acquedotti, molti scarsi amministratori pubblici hanno pensato che privatizzando le società di gestione potessero liberarsi di un problema e fare cassa immediatamente non capendo che si trattava di un errore strategico.
E’ evidente che la parola “privatizzazione” è stata usata da molti amministratori pubblici come la panacea per risolvere i mali legati alla scarsa capacità di conduzione manageriale di molte aziende erogatrici di servizi , purtroppo la mala politica ha utilizzato queste aziende come serbatoi elettorali, luoghi in cui inserire in posti strategici persone non idonee, incapaci di rendere economicamente attivi i bilanci delle stesse.
Qualcuno penserà che voglio fare politica, se intendete il termine aristotelico della parola ovvero l’amministrazione della “polis” per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano, rispondo di si. Penso che secondo questa definizione tutti se ne dovrebbero occupare per il bene comune, ed è questo il motivo che mi ha indotto ad andare “ fuori tema”.
Per una volta il 12 ed il 13 giugno brindiamo con l’acqua……..PUBBLICA
Vi invito a vedere lo spot del comitato referendario, desaparecido dai media tradizionali
https://www.youtube.com/watch?v=B8IittY58_s&feature=player_embedded
Salute