Benvenuto Brunello 2011
Avendo una predilezione per questa massima espressione dell’enologia italiana, voglio riportarvio le ultimissime notizie di stampa sulla manifestazione che si svolge in questi giotni a Montalcino e che prevede il lancio dell’annata 2006.
Montalcino in festa con “Benvenuto Brunello”
Un omaggio al 150° dell’Unità all’evento dedicato alla presentazione delle nuove annate
Un talk show con le più grandi famiglie del vino italiane per un omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia e al Brunello di Montalcino la cui prima bottiglia ‘ufficiale’ risale al 1888.
Si è aperta il 18 febbraio a Montalcino l’edizione 2011 di ‘Benvenuto Brunello’, appuntamento dedicato alla presentazione delle nuove annate che quest’anno vedrà l’entrata in commercio del 2006 per il quale vi sono molte attese.
Dopo un 2010 chiuso in crescita per i produttori del Brunello, il trend positivo si conferma anche per l’inizio del 2011: lo svela un’indagine tra i produttori svolta da Winenews. Ordinativi in crescita sugli inizi del 2010, recensioni più che positive sulle stampa nazionale e internazionale per il millesimo 2006, hanno creato un clima positivo che mette praticamente d’accordo tutte le cantine.
Ad alternarsi sul palco di “Benvenuto Brunello”, Rosanna Carpené, Lamberto Vallarino Gancia, Francesco Ricasoli, Francesca Colombini, Riccardo Illy, Sandro Chia, Gianni Bruno, e il presidente del Consorzio del Brunello Ezio Rivella. “Dalle prime impressioni manifestate dai giornalisti ed esperti – ha spiegato Rivella – dopo le degustazioni di oggi il 2006 si conferma una annata eccellente.
La commissione di esperti che in queste settimana ha valutato i campioni ha assegnato le 5 stelle al Brunello 2010. Per Vittorio Fiore, Enologo e consulente che opera a Montalcino dagli anni settanta, “i vini ottenuti in questa vendemmia manifestano caratteristiche straordinarie per il Sangiovese, confermando le previsioni dello scorso ottobre del Presidente del Consorzio Ezio Rivella” che prevedeva “una delle piu’ grandi vendemmie di sempre”, parere condiviso da Franco Biondi Santi, storico produttore del Brunello con la tenuta il Greppo “la vendemmia 2010 e’ stata straordinaria”. Cio’ grazie a quello che gli esperti Giampiero Maracchi, Attilio Scienza e Ticcardo Cotarella* definiscono il “fattore Montalcino”: un’area enologica d’eccellenza, uno dei pochi posti nel mondo in cui e’ possibile produrre con regolarita’ vini di altissimo livello usando un solo vitigno. Negli ultimi 10 anni il Brunello ha avuto quattro annate eccellenti e quattro a 4 stelle e solo due vendemmie deludenti. Il Presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino Ezio Rivella sottolinea che “la crescita qualitativa dei produttori e’ evidente sia per quanto riguarda la parte in vigna sia per quella in cantina. I giudizio sul 2006 e soprattutto sul 2010 sono un riconoscimento a tutto il movimento dei produttori che stanno tutti lavorando per rafforzare e migliorare la qualita’ del vino a livello internazionale. Un segnale molto forte per il mercato che secondo le nostre previsioni nel 2011 dovrebbe confermare una ulteriore crescita”.
Se il 2010 si è chiuso, con un bilancio quanto meno in pareggio, ma spesso in crescita a doppia cifra, anche con aumenti di fatturato fino al 35% sul 2009, nonostante una situazione economica ancora difficile, l’avvio di 2011 sembra registrare una ripartenza “a tavoletta” della Ferrari dell’enologia toscana.
Tanto che qualche cantina dichiara di aver già praticamente finito il Brunello 2006. Ordinativi in crescita sugli inizi del 2010, recensioni più che positive sulle stampa nazionale e internazionale per il millesimo 2006, e soprattutto la conferma da parte della filiera, che le bottiglie annata 2005 spedite alla fine dello scorso sono state consumate, hanno creato un clima positivo, con tutte le cautele del caso, che mette d’accordo cantine molto diverse tra loro, da Castello Banfi a Tenimenti Angelini, da Casanova di Neri a Ciacci Piccolomini, da Pian delle Vigne (Antinori) a Castelgiocondo (Frescobaldi), da Col d’Orcia a Fattoria dei Barbi, da Castello di Romitorio a Camigliano, da Siro Pacenti a Costanti.
La preoccupazione comune, dunque, non sono tanto i consumi, ma la forbice tra i Brunello più costosi e quelli di prezzo più basso, scesi anche sotto i 10 euro in enoteca, che di certo non giova al prestigio complessivo della denominazione, che vede esportare il 60% della produzione del territorio, per un giro d’affari di 140 milioni di euro. In ogni caso, anche se una rondine non fa primavera, il Brunello di Montalcino, uno dei vini più importanti d’Italia e del mondo per storia ed immagine, sembra aver ritrovato un nuovo slancio ed una maggiore serenità e fiducia per il futuro.
Fonti :
AGI